Negli Occhi Fino all’Oceano.015


invito 1NEGLI OCCHI FINO ALL’OCEANO – di Marialisa Leone.

Spazio Moro, Soncino, via Galantino 5/b Orari: sabato e domenica, 10-13 / 15-19

Evento satellite dell’VIII Biennale di Soncino, “a Marco”.

Non di sola carta è fatto il mondo espresso in pittura da Marialisa Leone, anche se per ospitare le sue stesure materiche l’artista sceglie in prevalenza questo supporto, preferibilmente la ‘Khadi’ indiana fatta a mano o quella prodotta dalla secolare tradizione di Fabriano. La mostra personale in corso a Soncino, evento satellite dell’VIII Biennale “a Marco”, conta su un allestimento particolare, in un ambiente abitato (lo spazio Moro, a cura di Gabriele Moro) e cattura la scia dell’esperienza creativa ed espositiva vissuta a Los Angeles nel 2013.

Ad accogliere il visitatore, ancora all’esterno, c’è la ‘Foresta di mare’ (2015), un’installazione di cinque alberi panciuti, realizzati in un doppio foglio di rame teso come una vela a catturare il pulviscolo dell’aria colorata, gli umori del vento, i riflessi di un mare anche solo immaginato. Il contributo pittorico vi aderisce attraverso il collage con lembi di carte colorate, discreti, provvisori, rispettosi ma gioiosi. Qui l’arte della Leone si fa presenza, abita lo spazio della vita con una forza inedita, senza bisogno di cornici o pareti. All’interno è l’anima della carta a parlare, con il suo comportamento di adesione alla gestualità della pittrice, ai movimenti dell’aria, ai tempi e alle fasi delle stesure materiche (carbone, cenere, acrilici, pigmenti). Anche i formati parlano, attraverso l’ampiezza delle grandi carte (“La danza del cinque” – 2014), racchiudendo il racconto nella circolarità di un disco (“La stanza del giardiniere”, “La stanza di Batman” – 2015) o ritmandolo in una successione di pagine che rincorrono una storia (“Sunset Boulevard – un libro lungo 18 metri” – 2013). E’ una pittura che ha maturato uno stile proprio, solo apparentemente informale; in realtà si tratta di una stesura ricca di immagini, chiare anche se poco definite, indistinte ma caparbie, echi di memorie presenti per affioramento, portatrici di suggestioni disposte a moltiplicarsi (“Before sunset – 2014-2015). Marialisa Leone  possiede la profondità necessaria ad entrare nelle cose e la capacità di uscirne per poterle raccontare.

Con le “Lune di Giove”, sette carte di dimensioni più piccole, si manifesta un altro ciclo espressivo –forse neppure concluso- legato a visuali celesti, spiate attraverso le lenti del telescopio in una notte di mezza estate. La consistenza materica dello spazio si deposita in geografie sognate, captate da distanze siderali e subito tradotte in pittura palpitante. Capita quando lo sguardo vola alto.

_Silvia Merico
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