Viaggio nel popolo dei legni sonori, tra modelli, riccioli, vernici, e alchimie.
I pensieri che si leggono in questi miei libri diffusi sono nati dalle conversazioni dentro le botteghe cremonesi di alcuni liutai. Da gennaio a giugno 2016.
Ho ammirato la passione con cui i Maestri si sono dedicati alle confidenze, la sincerità dei loro pensieri, e di tutte quelle riflessioni anche intime che forse sarebbero rimaste chiuse dentro i silenzi del tempo del lavoro e del sogno, ma che rivelandosi nelle loro parole ci aiutano invece a scendere più in profondità nelle pieghe del grande pianeta della liuteria. Anche loro si sono stupiti, loro che stanno tesi in bilico tra due rive, come fossero un ponte tra il passato e il presente, tra l’arte e l’artigianato. In questa condizione di deriva creativa hanno vite piene di viaggi, con le gambe e con il cuore. In grandi e lunghi momenti di raccoglimento sono immersi i loro giorni, voci basse a calcolare passi di millimetri in attesa di un suono.
Qualcuno l’ha chiamato “primo vagito”. Ogni volta è una nascita e quando a parlare è una donna liutaia… “lo sento sulla pelle. Nelle vene.”
La parola che ho forse più sentito è tradizione, ma non c’è liutaio che non si metta ogni giorno alla prova con la propria puntigliosa spinta creativa anche sfidando il millimetro per conquistare un personale rinnovamento da imprimere nel suo violino, o nel suo violoncello. Ma non facciamo torto agli strumenti del quartetto e a chi li fa! C’è anche la magnifica viola e il corpulento signor contrabbasso. Tutti raccolgono la fortunata eredità dei maestri cremonesi e la interpretano secondo i nuovi temperamenti e le attuali esigenze della musica. Ognuno con la propria inconfondibile vibrazione.
Il mio viaggio dentro questa umanità musicale e cosmopolita che si fa tessuto della città di Cremona è stato unico, pieno di entusiasmo e di meraviglia e di suoni; ha incontrato le anime più diverse. Anime sensibili quiete e irrequiete di conoscenza. Sempre pronte le mani, sempre a portare l’orecchio verso il legno. E a muovere verso la luce le vene vegetali.
Un nutrimento fantastico e necessario per la mia pittura che visibilmente ha preso nuovo corpo e mi fa ricca di tanto altro. En confiance.
Marialisa Leone
Giugno 2016